Il Pesce Palla Argenteo nell’Adriatico: Un Pericolo Velenoso per Uomo ed Ecosistema

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Negli ultimi anni, i mari italiani – in particolare l’Adriatico – stanno registrando la comparsa sempre più frequente di una specie poco conosciuta ma potenzialmente pericolosa: il pesce palla argenteo (Lagocephalus sceleratus). Proveniente dalle acque tropicali dell’Oceano Indiano e del Mar Rosso, questa specie ha trovato nel Mediterraneo un nuovo habitat, espandendosi rapidamente a causa del riscaldamento globale e della tropicalizzazione del mare.

Il pesce palla argenteo è facilmente riconoscibile per il suo corpo allungato e la caratteristica capacità di gonfiarsi in caso di pericolo. Di colore argento con riflessi bluastri, può raggiungere i 50-60 cm di lunghezza. Nonostante il suo aspetto inoffensivo e quasi buffo, questa specie rappresenta una seria minaccia per l’uomo e per la pesca locale.

Avvistamenti del Lagocephalus sceleratus sono ormai documentati in tutto il bacino meridionale del Mediterraneo, e sempre più spesso anche lungo le coste dell’Adriatico italiano. Le segnalazioni arrivano da pescatori professionisti e sportivi, che si trovano a gestire un problema inedito: reti danneggiate, pesci feriti e catture non commercializzabili.

Sì. L’impatto del pesce palla argenteo non si limita al solo settore ittico:

  • È altamente predatore e si nutre di molluschi, crostacei e piccoli pesci, riducendo la biodiversità locale.
  • Compete con specie autoctone, alterando l’equilibrio ecologico dei fondali marini.
  • È resistente e prolifico, adattandosi facilmente a nuovi ambienti, il che rende difficile controllarne la diffusione.

L’invasione di specie aliene come questa è considerata uno dei principali fattori di perdita di biodiversità nei mari europei.

Il pericolo maggiore per l’uomo è legato alla sua estrema tossicità. Il pesce palla argenteo produce una potente neurotossina: la tetrodotossina (TTX), presente soprattutto nel fegato, gonadi, pelle e intestino del pesce.

Questa tossina:

  • Non viene neutralizzata con la cottura.
  • È mille volte più potente del cianuro.
  • Blocca i canali del sodio nei nervi, paralizzando i muscoli e portando rapidamente all’insufficienza respiratoria.

In caso di ingestione accidentale (cosa che può avvenire se il pesce viene cucinato senza riconoscerlo), i sintomi possono comparire entro 10-45 minuti:

  • Formicolio a labbra e lingua
  • Nausea, vomito, diarrea
  • Perdita di coordinazione muscolare
  • Difficoltà respiratorie
  • Paralisi
  • Nei casi più gravi: coma e morte per arresto respiratorio

Ad oggi non esiste un antidoto specifico, per cui il trattamento è solo di tipo sintomatico e il ricovero in ospedale è essenziale.

  • Non toccarlo a mani nude.
  • Non cucinarlo o mangiarlo, anche se pescato accidentalmente.
  • Segnala l’avvistamento alle autorità marittime locali o all’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
  • Diffondi l’informazione: molti non conoscono ancora i pericoli legati a questa specie.

Il pesce palla argenteo è un esempio emblematico di come i cambiamenti climatici e le attività umane stiano trasformando l’ecosistema marino mediterraneo. Per i subacquei, gli apneisti, i pescatori e gli amanti del mare, la conoscenza è il primo strumento di difesa. Riconoscere questa specie, comprenderne i rischi e agire con responsabilità può fare la differenza nel proteggere non solo la nostra salute, ma anche la biodiversità del nostro mare.

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