Diabete e Subacquea: Un Dialogo con la Dottoressa Sofia Martelli
|| Scuba LiveTV || Approfondimenti || Attualità || Intervista || Web TV || Storia || Subacquea || Apnea || Raccolta Video || Ambiente & Natura || Collabora con Noi ||

Diabete e Subacquea: Un Dialogo con la Dottoressa Sofia Martelli
Immergersi nel silenzio degli abissi, tra coralli e vita marina, è un sogno che affascina molti. Ma per chi vive con il diabete, questa passione può suscitare dubbi: è sicuro esplorare i fondali? Quali precauzioni prendere? Per rispondere a queste domande delicate, abbiamo intervistato la Dottoressa Sofia Martelli, una giovane endocrinologa di 32 anni, specializzata in medicina subacquea. Appassionata subacquea certificata PADI con oltre 200 immersioni all’attivo, Sofia combina la sua esperienza medica con la sua passione per il mare, offrendo consigli chiari e basati su evidenze scientifiche. Con un tono empatico e professionale, ci guida nel mondo della subacquea per diabetici, sottolineando che ogni caso è unico e richiede un consulto personalizzato con un medico.
Francesco C. : Dottoressa Martelli, grazie per essere qui. Partiamo da una domanda che molti si pongono: il diabete è compatibile con l’immersione subacquea? Si pensa spesso che sia una controindicazione assoluta.
Dott.ssa Martelli: Non più, e questa è una grande conquista! Grazie alle linee guida aggiornate del Divers Alert Network (DAN) e a studi recenti, come uno del 2024 pubblicato su Diabetes Research and Clinical Practice che ha analizzato oltre 1.179 immersioni in diabetici di tipo 1, sappiamo che immergersi in sicurezza è possibile se il diabete è ben controllato. Che si tratti di tipo 1 o tipo 2, il diving ricreativo non è più escluso, ma richiede una gestione rigorosa. Serve un controllo medico approfondito: un’emoglobina glicata (HbA1c) sotto il 7,5-8% e l’assenza di complicanze cardiovascolari o renali sono fondamentali.
Francesco C. : Quali sono i rischi principali per un diabetico sott’acqua?
Dott.ssa Martelli: Il rischio più significativo è l’ipoglicemia, un calo improvviso della glicemia che può essere accentuato dallo sforzo fisico, dal freddo o dall’ansia prima dell’immersione. Pensateci: il corpo brucia più glucosio durante l’attività, e un’ipoglicemia sott’acqua può causare confusione, tremori o, nei casi più gravi, perdita di coscienza, un pericolo serio in immersione. C’è anche un leggero aumento del rischio di malattia da decompressione, ma i dati DAN indicano che è trascurabile con i giusti protocolli. Per chi usa insulina, la chiave è gestire la dose: evitare sia l’iperglicemia, che stressa il cuore, sia l’ipoglicemia, che compromette la sicurezza.
Francesco C. : Come si prepara un diabetico per un’immersione? Ci sono accorgimenti pratici che consiglia?
Dott.ssa Martelli: La preparazione è cruciale e inizia con largo anticipo. Prima di tutto, serve un certificato medico specifico per il diving, richiesto da agenzie come PADI o SSI, che confermi un buon controllo glicemico. Il giorno dell’immersione, consiglio di controllare la glicemia prima di entrare in acqua – l’ideale è tra 150 e 250 mg/dL – e di portare snack a rapido assorbimento, come gel di glucosio o barrette. È utile tenere un diario con i livelli di zucchero, le dosi di insulina e i dettagli dell’immersione. Per chi usa insulina, ridurre la dose basale del 20-30% il giorno del dive e aggiustare il bolus in base a cibo e attività è una pratica comune. Sott’acqua, un computer da immersione con allarmi glicemici è un alleato prezioso, e mai immergersi da soli: il compagno di immersione deve conoscere la tua condizione e sapere come agire. Dopo l’immersione, controlla di nuovo la glicemia e idratati bene. Consiglio immersioni brevi e non troppo profonde all’inizio, evitando alcol o digiuno.
Francesco C. : Per un principiante con diabete che si avvicina al diving, quali suggerimenti ha per rendere l’esperienza sicura e positiva?
Dott.ssa Martelli: Consiglio di iniziare con corsi in acque confinate, come una piscina, per abituarsi allo sforzo fisico in un ambiente controllato. Cercate centri diving con istruttori formati sulle condizioni mediche – molti seguono protocolli DAN specifici. L’aspetto mentale è altrettanto importante: l’ansia può influenzare la glicemia, quindi tecniche di rilassamento come la respirazione profonda sono utili. Il diving, se ben gestito, è un esercizio aerobico che migliora la sensibilità all’insulina e riduce lo stress, un beneficio enorme per i diabetici. Ho visto pazienti di tipo 1 scoprire una passione che ha migliorato la loro qualità di vita. Ma il messaggio è chiaro: ascoltate il vostro corpo e consultate sempre il vostro medico prima di iniziare.
Francesco C. : Un messaggio finale per chi sogna di immergersi nonostante il diabete?
Dott.ssa Martelli: Il diabete non è un ostacolo insormontabile, ma una sfida che si affronta con preparazione e consapevolezza. Con le giuste precauzioni, gli abissi possono diventare un’esperienza accessibile e persino terapeutica. Parlate con il vostro medico, unitevi a comunità come i gruppi DAN per diabetici sub, e immergetevi con fiducia, ma sempre con responsabilità. Il mare è aperto a tutti, basta esplorarlo con cura. Questo dialogo con la Dottoressa Martelli ci ricorda che la subacquea, come la gestione del diabete, è una questione di equilibrio. Se state pensando di tuffarvi, consultate il vostro medico: potrebbe essere l’inizio di un’avventura straordinaria.

